domenica 24 gennaio 2010

Le soulier de satin ( X )

Le soulier de satin (La scarpina di raso, 1985) . Regia di Manoel de Oliveira. Testo di Paul Claudel, Adattamento di Manoel de Oliveira. Prodotto da Paulo Branco. Fotografia di Elso Roque. Costumi di Jasmin de Matos. Musiche originali di João Paes, con arrangiamenti e citazioni da “La folie d’Espagne” e dal “Don Carlos di Giuseppe Verdi (arie di Filippo II e della Contessa Eboli). Durata: 410 minuti ( sei ore e cinquanta minuti)
INTERPRETI: Jean-Luc Buquet (Le présentateur) Luís Miguel Cintra (Don Rodrigue), Patricia Barzyk (Dona Prouhèze) Anne Consigny (Marie des Sept-Épées) Anne Gautier (Dona Musique) Bernard Alane (Le vice-roi de Naples) Jean-Pierre Bernard (Don Camille) Marie-Christine Barrault (La lune) Isabelle Weingarten (L'Ange Gardien) Henri Serre (Le premier roi) Jean-Yves Berteloot (Le deuxième roi) Catherine Jarret (La premier actrice) Anny Romand (La deuxième actrice) Bérangère Jean (La bouchère) Franck Oger (Don Pélage) Jean Badin (Don Balthazar) Denise Gence (Le chemin de Saint-Jacques) Maria Barroso (La voix des saints) Odette Barrois (Dona Honoria) Madeleine Marion (La religieuse) Roland Monod (Le frère Léon) Rosette (La Camériste) Manuela de Freitas (Dona Isabel) Yann Roussel (Le Chinois) Claude Merlin (Diégo Rodriguez) Yves Llobregat (L'Irrépressible) Jean-Luc Porraz (Don Gil) Pascal Jouan (L'archéologue) Marthe Moudiki-Moreau (La Négresse Jabarbara) Francis Frappat (Mangiacavallo) Takashi Kawahara (Le Japonais Daibutsu) Paulo Rocha (Premier prêtre) Jorge Silva Melo (Deuxième prêtre) Diogo Dória (Almagro) Jacques Le Carpentier (Don Ramire) Catherine Georges (La Logeuse) Pierre Decazes (Don Léopol August) Patrick Osmond (Don Fernand) Didier Lesour (Le secrétaire) Bernard Métreaux (Le capitaine) Christophe Allwright (Un seigneur) Frédéric Youx (Un seigneur) Filipe Ferrer (Le chapelain) Daniel Briquet, Luís Lucas , Fernando Oliveira , Melim Teixeira (Banderantes), Jasmim de Matos (Le tailleur de Cadix) Alain Ganas, Paul Pavel, Dominique Ratonnat, João Botelho (Seigneurs chez le tailleur) Jean Dolande (Le sergent napolitain) Bernard Ristroph (L'annoncier) Olivier Achard (L'Alférès) Michel Caccia (Envoyé du Roi) Patrick Valverde (Capitaine de Diégo Rodriguez) Michel Roubaix (Don Alcindas) Olivier Rabourdin (Un pêcheur) Stéphane May (Bogotillos) Olivier Dayan (Alcochette) Carlos Wallenstein (Professeur Hinnulus) Jacques Parsi (Professeur Bidince) Jean-Claude Broche (Un soldat) Rémy Darcy (Le Chambellan) Raymond Meunier, Bernard Montini, Claude-Bernard Perot, Christian Kursner , Christian Baltauss , Bernard Tixier , José Capela , José Manuel Mendes , Pedro Queiroz (Ministres) Duarte de Almeida , Jean-Pierre Tailhade, Alexandre de Sousa (Courtisans) Rogério Vieira, Antonio Caldeira Pires , Marques D'Arede (Soldats) Manuel Cintra , José Wallenstein , Nuno Carinhas (Sentinelles) Virgílio Castelo, Alexandre Melo, Rogério Samora (Officiers) Miguel Azguime (Tambour)

Rodrigo sulla nave, con la figlia Maria. Maria rimprovera al padre l’eccessiva vicinanza con la donna che chiama Regina d’Inghilterra (ma è il re di Spagna che l’ha riconosciuta come tale, e che da lui l’ha mandata: come poteva non accoglierla?). Maria rimprovera al padre la mancanza di amore e di rispetto verso la memoria di sua madre, donna Prodezza. Maria ha una clessidra al fianco, l’unico suo gesto durante questa lunga scena è girarla una volta; quando Marie gira la clessidra appare in sottofondo il tema musicale che abbiamo ascoltato molte altre volte nel film, e che fa da tema conduttore. Non è la “follia di Spagna”, è un altro tema che non ho saputo riconoscere.
Rodrigo piange al ricordo della donna che ha amato, Maria gli tocca le lacrime, evoca l’angelo custode che era sempre con sua madre. Maria dice che non c’è una soglia tra i morti e i vivi, che sua madre parla con lei ogni notte. “Dimmi cosa ti racconta”, le dice il padre. E Maria gli ricorda l’impegno di sua madre per liberare i cristiani prigionieri dei turchi. Rodrigo accetta di impegnarsi in questa causa.
E’ un dialogo molto lungo, e molto complesso, che tocca l’aldilà, la vita ultraterrena, l’impegno civile (“ha salvato più vite il dottore che stava accanto al malato, o l’avventuriero che girando il mondo ha scoperto il chinino?” “ha liberato più schiavi chi ha fatto guerre per loro, o chi ha inventato il mulino ad acqua?” “Ognuno a suo modo”, risponde Marie a suo padre).
Nobili spagnoli, su una nave, commentano la sconfitta della Invincibile Armada; elencano i morti e le navi affondate (tutte con nomi di santi). C’è anche qualcuno che è contento, perché sta per arrivare una ricca eredità. Ma il Re non ha annullato feste ed impegni; ha mantenuto anche l’incontro con don Rodrigo, per nominarlo vicerè d’Inghilterra. Rodrigo è sulla sua nave, ancora non ha notizia della sconfitta, è rimasto fermo alla prima falsa notizia della vittoria – ma il Re già sapeva, già sa, e questo spiega la strana scelta di nominare vicerè il vecchio Rodrigo. Tutto è stato disposto per liberarsi di Rodrigo, vecchio e ingombrante condottiero.
Ecco infine arrivare il Re, su una portantina, e appare tra maestosi rulli di tamburi. Il Re invita don Rodrigo ad avvicinarsi. Il Re elogia lungamente Rodrigo (che vede di persona per la prima volta) sia per le sue imprese militari che per i suoi studi sul canale di Panama, e anche per la sua recente attività “volgarizzatrice” nel campo delle arti figurative e per il suo impegno umanitario verso i cristiani rapiti dai turchi. Don Rodrigo risponde con un lungo discorso sulla pace, e sull’intesa fra i popoli.
Il Re non capisce, Rodrigo spiega: c’è il Nuovo Mondo da dividersi, c’è molto spazio e molta ricchezza, non è più tempo di fare guerre con gli inglesi. E’ la continuazione del discorso che aveva iniziato a fare davanti a sua figlia: allargare la conquista del Nuovo Mondo a tutti i popoli d’Europa, che stanno stretti nei loro confini. Non solo Spagna e Inghilterra, dunque, ma anche francesi, olandesi, tedeschi...
Il discorso scandalizza i presenti. A chi, dunque, affidare l’Inghilterra? A chi, se Rodrigo si tira indietro? L’Inghilterra è già persa, tutti i presenti lo sanno, Rodrigo non ancora. Il Re saluta beffardamente Rodrigo, che verrà poi accusato di tradimento.
In questa sequenza, molto lunga, torna il solo di violoncello dal “Don Carlos” di Giuseppe Verdi (che si riferisce direttamente a Filippo II), ma si ascolta anche molta musica cinquecentesca, sia pure in subordine alla parola. Anche qui torna il tema cinquecentesco, affidato ai fiati, che è un po’ il tema conduttore di tutta il film: non l’ho saputo riconoscere, ma ricorda molto qualcosa di Monteverdi o di Cavalli, forse “Il ritorno di Ulisse in patria”.
Due ragazze, Marie e la sua fedele amica La Bouchère: in mare, di notte con la luna piena. Nuotano, ma La Bouchère non nuota bene come Marie; ha paura del buio, della notte, dei delfini che scambia per squali. Lentamente la ragazza, fedele amica di Marie, sparisce sotto le onde.
Una nave, dove c’è don Rodrigo legato; accanto a lui due soldati e un frate. Rodrigo è stato accusato di tradimento, e imprigionato. Anche stavolta c’è in ballo una lettera: “è di mia figlia” dice Rodrigo, ma i soldati lo prendono in giro e dicono “giochiamocela ai dadi”. Dato che Rodrigo è in catene, sarà frate Leone a giocare al suo posto, e così si fa. E’ il soldato a vincere, e si tiene la lettera; però decide di leggerla, “perché potrebbe contenere cose pericolose per sua Maestà”. Appena inizia a leggere, il soldato ride: « “Caro papà!” Gli ha fatto credere di essere sua figlia, e invece era figlia di quel pirata turco...». Si va avanti a leggere: un’attrice gli ha fatto credere di essere la regina Maria... (altre risate dei due soldati).
Il frate non sopporta la beffa, offre del denaro al soldato perchè gli ceda la lettera, ma il soldato vuole andare avanti e divertirsi: legge di Marie e del suo desiderio di unirsi a Giovanni d’Austria, l’altro gli ricorda della ragazza trovata annegata dai pescatori, sarà mica lei?. Il frate chiede a loro come si possa essere così spietati, ma Rodrigo sembra delirare, parla della notte incantata, del momento più bello della sua vita. I soldati vanno avanti a leggere: “Forse ci ritroveremo in cielo; quando sarò arrivata in salvo farò sparare un colpo di cannone per avvertirvi”.
Così si conclude la lettera. I soldati vengono distratti da un richiamo dalla loro nave, qualcuno che sta arrivando a bordo; Rodrigo rimane da solo col frate. Frate Leone ha detto poco prima che è stato lui a unire il matrimonio Prodezza col pirata turco, e ora Rodrigo chiede conferma. Il frate racconta i dettagli: sì, era lei ed era molto bella. Rodrigo gli chiede se la donna lo ha fatto di sua volontà, se era contenta di vivere accanto a quell’uomo; il frate risponde che è passato molto tempo, non si ricorda più. Il frate invita Rodrigo a non pensare più a queste storie; Rodrigo invita il frate a contemplare le stelle e gli dice: “Capite adesso cosa intendevo dicendo che io sono libero, nonostante le catene?”
Giungono a bordo due suore questuanti. Cercano oggetti da rivendere per guadagnare qualche soldo per i poveri e per il convento di Santa Teresa. Il soldato le dice che a bordo c’è roba di poco valore, la suora risponde chiedendo chi è l’uomo legato. I soldati le portano due casse d’oggetti, si contratta sul prezzo. La suora si fa dare anche il prigioniero, non prima di aver contrattato anche sul suo prezzo: niente soldi, lo vuole gratis. Il soldato, esasperato dalla contrattazione, accetta.
Alla fine della trattativa, si sente un colpo di cannone giungere dalla nave di Giovanni d’Austria: “Mia figlia è salva! “, grida Rodrigo; libero dalle catene, fa suonare ripetutamente una piccola campana che è a bordo della nave.
Qui si apre l’inquadratura, e si torna sul palcoscenico da cui eravamo partiti. Dapprima si vedono i tecnici delle luci e il cameraman, e l’ultima inquadratura è per il coro, su cui partono i titoli di coda.
Il coro ripete le parole dette da Frate Leone, le ultime dell’opera: “Ecouté! Ecouté!”, “ascoltate! ascoltate! le anime prigioniere sono state liberate!”
E’ un coro parlato, le voci (maschili e femminili) si rincorrono, e da lontano le accompagna una musica molto simile a quella di Olivier Messiaen, o di Pierre Boulez.

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