sabato 30 luglio 2011

La marcia su Roma

LA MARCIA SU ROMA (1963) Regia di Dino Risi. Scritto da Sandro Continenza, Ghigo De Chiara, Agenore Incrocci, Furio Scarpelli, Ruggero Maccari, Ettore Scola. Fotografia di Musica originale di Marcello Giombini. Interpreti: Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Roger Hanin, Giampiero Albertini, Angela Luce, Mario Brega, Gérard Landry. Durata: 90 minuti

Gli slogan fascisti non sono poi così male. “Dio Patria e Famiglia”, per esempio, è più che condivisibile: Gesù nel Vangelo, la lingua e la cultura italiana, mio padre e mia madre. E anche l’altro slogan famoso: “Credere obbedire combattere”. Credere in quel che si fa, obbedire a un capo giusto e capace, combattere per i propri ideali: cosa c’è di male in tutto questo? E’ l’equivoco in cui cadono le persone oneste che – ancora oggi! – pensano bene di Mussolini. Se bastassero le belle parole, saremmo pieni di Grandi Statisti; invece la storia d’Italia non manca di cialtroni che mandano gli alpini a morire in Russia con gli stivali dalla suola di cartone...

La marcia su Roma, nel film di Risi, è quella vera, proprio quella lì: la fanno, insieme agli altri, anche Vittorio Gassmann e Ugo Tognazzi. Siamo a Milano nel 1919, è appena finita la Grande Guerra e Gassmann è un giovanotto romano un po’ pieno di sè, della razza di quelli che una volta in Lombardia (quando ancora si parlava il dialetto) venivano definiti “fanigottoni”, e che esistono ancora però oggi fanno fortuna in tv e nelle immobiliari; il povero Tognazzi è invece un contadino cremonese vessato dal cognato.
E’ il cittadino che porta il verbo al campagnolo: lo fa sotto forma di un volantino che porta il programma ambizioso del fascismo, cioè rivoltare l’Italia come un calzino. Tognazzi lo legge, commenta “Ostrega!” , lo piega e se lo mette in tasca. Da ora in poi, se questo qui è il fascismo, ne sarà il seguace convinto; abbandona il cognato e le sue vacche (o forse è il contrario?) e parte anche lui per Roma.
Il volantino è autentico, ed è datato 23 marzo 1919, Milano sala di San Sepolcro: l’atto di nascita del fascismo. Ecco che cosa dice: - Proclamazione della Repubblica Italiana; Sovranità del Popolo con suffragio universale; Disarmo generale; Abolizione della coscrizione obbligatoria; Abolizione di tutti i titoli nobiliari e cavallereschi; Giornata lavorativa di otto ore; Terra ai contadini, in coltivazione associata, e non più agli agrari; Confisca delle rendite improduttive...
Il programma del fascismo continua, ma io mi fermo a quello che viene sottolineato nel film, e che basta e avanza a convincere Gavazza Umberto a seguire quell’altro matto di Rocchetti Domenico nella sua avventura.
Tognazzi lo tirerà fuori di tasca spesso, quel volantino: è il vero e proprio tormentone del film. Ogni volta che lo tira fuori, di fronte ai fatti e non alle parole, prende la matita e ne cancella una riga. Lo butterà via dopo l’ultima avventura, quando i due, ormai in camicia nera, attardati, sequestreranno l’automobile ad un ricco signore per giungere in tempo al quartier generale, prendendolo anche a calci in culo perché “i titoli nobiliari sono stati a-bo-lit-ti!!”. Li aspetta una sorpresa: il quartier generale è proprio nella casa del ricco e nobile e signore, che quando li vede arrivare sulla sua auto si mette a strillare: “Sono quelli lì!!! Sono stati loro!!”. (I due sciagurati avevano preso a calci in culo uno dei principali finanziatori dell’Impresa...).
E, poco prima di arrivare a Roma, i nostri due eroi vedranno finalmente con i loro occhi la violenza, gli omicidi e la sopraffazione, e si tireranno indietro. Per quanto balordi, i due protagonisti del film avevano visto la verità con i loro occhi, quello che c’era dietro agli slogan e ai discorsi, quello che si nascondeva dietro a quel volantino così allettante... Purtroppo, capita anche oggi che – finché non si tocca con mano – anche delle brave persone si facciano irretire dai discorsi degli arruffoni e dei cialtroni.
Ma questa è storia recente, ancora tutta da scrivere (“ che tu possa vivere in tempi interessanti” è una maledizione che si mandano dietro i cinesi, o forse gli ebrei: perché quando si vive in pace siamo anche tanto noiosi). E quindi chiudo il discorso su questo film (che è molto divertente, ma forse non c’è bisogno di dirlo: quasi come “Il dottor Stranamore” di Kubrick) con l’ultimo slogan: “Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi”. “Fatto!”, ha commentato qualche spiritoso: a volte (non sempre) la Storia ha delle strane ironie...
PS: In rete non esistono immagini di questo film, che è quasi scomparso dalla circolazione: è un film molto divertente e pieno di battute favolose, da collezione; ma se ne parla pochissimo. E’ ben strano, considerando il fatto che di Tognazzi e Gassman in rete c’è molto, moltissimo, quasi tutto. Abbiamo trovato qualcosa solo digitando “La marche sur Rome”, il titolo francese del film; ma la qualità delle immagini non è buona, e – a questo punto – abbiamo deciso di cambiare strada. Le immagini che vedete non hanno quindi nulla a che fare con il film di Dino Risi, c’entrano molto invece con la marcia su Roma, quella vera. Le immagini rappresentano: Giacomo Matteotti; la Ritirata di Russia; la sconfitta di El Alamein; la sconfitta in Grecia e in Albania; l’esodo dei Fiumani; la perdita dell’Istria e della Dalmazia; le leggi razziali. Forse ho dimenticato qualcosa, dei molti “successi” di Mussolini, ma la lista sarebbe lunghissima e in fin dei conti questo è solo un piccolo blog con pochi lettori. (L'ultima immagine qui sotto, la vittoria della Repubblica al referendum del 1946, serve a ricordare che il lieto fine c'è stato, e se tutti fossero stati attenti come Gavazza Umberto e Rocchetti Domenico forse sarebbe arrivato prima...)
PPS: queste parole le scrivevo nel 2007, alla prima pubblicazione di questo post. Nel frattempo, qualche immagine l'ho rimediata.

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