lunedì 12 settembre 2011

Jim Jarmusch ( II )

Mystery train (1989)
- Svegliati, è giorno...
- Lasciami dormire. E’ la cosa che preferisco, dormire.
- Dormi troppo. Sprechi la metà della tua vita nei sogni.
- Sì, ma dormire è meraviglioso; e quando muori non puoi dormire mai più, il che significa niente più sogni...
(dialogo tra i due fidanzatini giapponesi, a mezz'ora circa dall'inizio, da Mystery Train di Jim Jarmusch)
Si tratta di un film girato a Memphis, che ruota intorno al mito di Elvis Presley: quindi (in teoria) una cosa che non mi interessa per niente e che anzi dovrebbe farmi girare al largo, dato che non sopporto Presley (così come oggi non sopporto Michael Jackson). Invece mi è piaciuto molto, continuo a rivederlo con piacere, è un film piacevolissimo e simpatico, il primo a colori di Jarmusch. Nel 1989 ero andato a vederlo al cinema: « ...il soggetto entra nell’inquadratura da destra, la macchina lo prende e lo segue per un po’, poi torna a fermarsi e lascia che il soggetto esca da sinistra. Detto così non sembra un gran che, ma è meraviglioso, e Jarmusch sembra davvero destinato a diventare importante. Speriamo che questa “grazia” non lo abbandoni. Questo è uno dei film più belli che ho visto, e gli attori sono uno più bello dell’altro, con menzione speciale per i fidanzatini giapponesi, per l’amata Nicoletta Braschi, e per il meraviglioso duo groom e portiere d’albergo (Cinque Lee e Screamin’ Jay Hawkins), nonché il cognato che non era un cognato (Steve Buscemi), Will Robinson di Lost in space, e l’inglese Johnny-Elvis (Joe Strummer), e l’ottima Elizabeth Bracco.» (novembre 1989)
Night on earth – Taxisti di notte (1991)
E’, come temevo, molto deludente. Non c’è niente di veramente significativo, ben poco che ripaghi il prezzo del biglietto. Il primo episodio è il più fiacco, la Ryder e la Rowlands rifanno due cliché piuttosto usurati, e tutto è condotto senza alcuna fantasia; in più, il doppiaggio è da telefilm. Non brutto il secondo episodio, con tre ottimi attori e il clown Armin Müller-Stahl che è l’unica figura memorabile del film, insieme al taxista della Costa d’Avorio (Isaac de Bancholé) a Parigi. L’episodio parigino inizia bene, coi negri razzisti lasciati per strada, e si sgonfia con la storia della cieca (Beatrice Dalle) che era uno spunto non brutto ma che viene sprecato dalla mancanza di fantasia della sceneggiatura. Pessimo l’episodio romano di Benigni, degno dei film di Lino Banfi o del peggior Sordi; e non si vede perché dovrebbe essere simpatico uno che prende i sensi unici contromano. L’unica cosa memorabile, la battuta sulla zucca e sui vegetariani. L’episodio di Helsinki, con Pellonpäa, non è male, anzi: ma anche qui non c’è niente di veramente necessario, solo un po’ d’acqua fresca. Un film deludentissimo. (ottobre 1992)
Dead man (1995)
Un capolavoro. Ne ho già parlato per esteso qui sul blog.
Year of the horse (1997)
Un documentario su Neil Young, in tour con i Crazy Horse. Neil Young ha scritto musica meravigliosa per “Dead man”, Jarmusch lo segue e filma tutto, ma il risultato non mi pare gran cosa. Oltretutto, la musica dei Crazy Horse è molto più banale di quella per “Dead man”.
(continua)

5 commenti:

giacy.nta ha detto...

- Dormi troppo. Sprechi la metà della tua vita nei sogni.
- Sì, ma dormire è meraviglioso; e quando muori non puoi dormire mai più, il che significa niente più sogni..."
J.Jarmusch legge nei mei pensieri!

Di suo ho visto solo Broken flowers( mi piacque ).

Giuliano ha detto...

Mystery train è molto divertente, occhio soprattutto al duo portiere-fattorino...(un po' lento, con momenti drammatici, ma molto simpatico)

giacy.nta ha detto...

sono finalmente riuscita ad avere il film. L'ho visto ieri sera. Inutile dirti che l'ho trovato meraviglioso. Ho continuato a pensarci prima di addormentarmi, forse dormendo e sognando e stamattina, appena mi sono alzata... così, eccomi qui. Il duo al boureau è spettacolare, avevi ragione. Ma al di là delle figure, tutte notevoli ed espressive per un motivo o per l'altro ( parla persino la bara del marito della donna interpretata dalla Braschi )mi è piaciuta l'atmosfera. Grazie per averne parlato.
p.s.
Chissà perchè la Braschi ha in mano un libro dell'Ariosto!

Giuliano ha detto...

Il castello di Atlante è una bella intuizione, che ho trovato sul tuo blog: tutti arrivano nell'hotel, come nel Castello di Atlante...
io mi ero limitato a pensare: l'Ariosto glielo ha messo in mano Benigni...
:-)

giacy.nta ha detto...

Si, anch'io ho pensato che era lì per suggerimento di Benigni. :)
Buonanotte